Berlino

Domenico Antonio Mancini - Senza titolo, rilevazione di uno spazio domestico

28.06.2022 - 31.07.2022
Sezione Over 35

L’opera

Senza titolo, rivelazione di uno spazio domestico è un progetto che nasce nel tempo dell’isolamento per la pandemia, durante il quale riflettere sulla questione dell’abitare – più che una scelta – ha assunto il senso di una risposta agli eventi. Il progetto, infatti, scaturisce dalla condizione di totale impossibilità di accedere ai materiali della pratica artistica dell’autore. Lo studio, la prima stanza disegnata, da luogo usuale di lavoro è diventato l’oggetto e, insieme, il materiale dell’opera. Lo sguardo rivolto alla stanza-atelier si è poi indirizzato in modo radicale all’appartamento di cui lo studio fa parte. Rappresentare gli spazi, per riconoscerli e nominarli, è diventato un gesto di interpretazione del vissuto. La questione dell’abitare ha assunto oggi il ritorno alla dimensione privata a cui è stato necessario abituarsi, in particolare nello spazio privato (reso performativo nelle skypecall) e nella dimensione dello smart-working (spazio per sé). La dimora è il luogo in cui si sovrappongono traiettorie esistenziali: osservare con sguardo meticoloso lo spazio domestico ha assunto, nei mesi della pandemia, le caratteristiche di una pratica costante di costruzione e di progetto. Assumendo il senso della cura del luogo in cui l’artista vive, la pratica quotidiana del disegno del domestico e delle sue suppellettili è divenuta cura dello spazio, in cui ciascuno sviluppa e negozia le relazioni tanto con il dentro quanto con il fuori e, quindi, cura del sé.

Installazione fotografica: 3 stampe inkjet su carta cotone; cm 10×10 cad., cm 120×80 cad. (con passe-partout). 2021
Collezione: MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone

L’autore

Domenico Antonio Mancini (1980) è interessato alla trasformazione del quotidiano e della memoria storica in un’esperienza sinestetica; combina una sofisticata analisi dei media, scelti di volta in volta, alla riflessione su questioni sociopolitiche e biopolitiche. Per l’artista la pratica dell’arte risponde sempre all’urgenza di intervenire, individualmente e collettivamente, nella realtà quotidiana. Anche nelle più recenti serie pittoriche legate alla memoria storica di luoghi specifici, la pittura di paesaggio si offre come un’esperienza straniante non solo a livello linguistico: Mancini suggerisce continuamente strumenti per ribaltare la relazione con le cose, siano esse categorie estetiche o informazioni. Si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e attraverso la partecipazione a varie residenze, tra le quali la Fondazione Antonio Ratti (Como, 2004) e la Mountain School of Art (Los Angeles, 2006). Mostre personali e collettive sono state dedicate all’artista da importanti istituzioni come: Yibo Gallery, Shanghai (2012); La Galleria Nazionale, Roma (2017); Centro Cultural Chacao, Caracas (2017); Associazione Barriera, Torino (2018); Istituto Italiano di Cultura di New York (2018); MART, Rovereto (2019); Galleria Lia Rumma, Napoli (2019); MAC Museo d’Arte Contemporanea, Lissone (2021); museo Madre, Napoli (2021). Vive e lavora a Milano.

La mostra

Domenico Antonio Mancini, Senza titolo, rilevazione di uno spazio domestico
28 giugno – 31 luglio 2022
IIC Berlino, 2 Hildebrandstraße, Hildebrandstraße 2, 10785 Berlin, Germania

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