Valentina Furian - Ciacco

Sezione Dante

L’opera

Ciacco si sviluppa a partire da una reinterpretazione del VI canto dell’Inferno della Divina Commedia, dove Dante e Virgilio incorrono nel terzo cerchio, il girone tartareo dei peccatori di gola, flagellati da una pioggia battente e tormentati dal gigantesco e spaventoso cane Cerbero, triade ferina.
«Declinato il giorno, la notte ci sommerge; – scrive Valentina Furian – un’insolita bestialità ci avvolge, non ci appartiene, ma ci attira a sé. Ciacco è lo sguardo attraverso cui si è spettatori, protagonisti e cani. Gli occhi di un dannato colpito incessantemente da una tempesta ciclica di immagini, istinti, pioggia. Un dannato che giace sotto le tormente bestiali di Cerbero, cane gigantesco e spaventoso. Come fossimo nell’anfiteatro dell’inferno dantesco, seduti sulle ginocchia di Ciacco, osserviamo lo spettacolo dal terzo ordine di gradoni. Sul palco, il supplizio dei dannati è rivelato dalla stessa messa in scena e dall’ambiente naturale, che diviene epico».
La grande installazione video-sonora si presenta come un ambiente semioscurato, all’interno del quale i suoni e le immagini che si susseguono incalzanti, come elementi puri e totalizzanti, avvolgono lo spettatore immergendolo in una dimensione estraniante, dove la percezione sensoriale prevarica quella intellettiva, avvicinandolo a una condizione quasi animalesca.
Il senso di straniamento è accentuato dalla visione stereoscopica del dual screen, nel quale un canale visivo risulta leggermente sfalsato rispetto all’altro. Questo scarto, o anticipo temporale, è uno tra i vari rimandi impliciti alla Divina Commedia, che in questo caso si collega alla presenza – nel canto VI – delle celebri e oscure profezie su Firenze, attraverso le parole del dannato Ciacco.
La scelta del canto VI, dei peccatori di gola incapaci di controllare i propri istinti più viscerali e per questo degradati a bestie, del cane Cerbero con attributi fisici umani, si ricollegano inoltre ad alcuni temi chiave che Valentina Furian indaga da tempo: le dinamiche relazionali tra essere umano, animali e ambiente, i diversi processi di addomesticamento indagati in maniera non antropocentrica.

Video installazione HD video (2 canali), colore, suono (dolby 5.1); 6’50’’
Collezione: Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia

L’autore

Valentina Furian (1989) artista visiva, si occupa principalmente di immagine in movimento. La sua ricerca si concentra sulla relazione tra realtà e finzione, partendo da immaginari quotidiani per sfociare in una dimensione fantastica. Le tematiche affrontate indagano il rapporto tra uomo e natura. È particolarmente interessata all’addomesticamento animale e umano come forma di controllo. Ha lavorato con realtà istituzionali e sperimentali quali: Pearl Art Museum, Shanghai (CN); Collezione Farnesina, MAXXI e Mattatoio a Roma; VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images – Schermo dell’Arte a Firenze; MUSE – Museo delle Scienze di Trento; UNA galleria a Piacenza; Fondazione Francesco Fabbri a Treviso; Sunaparanta Center for Contemporary Art a Goa; Istituto Italiano di Cultura di Mumbai (IND); MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna; The Blank Contemporary Art a Bergamo; Museo Civico di Bassano del Grappa; Case chiuse, Careof e ViaFarini a Milano; Fondazione Bevilacqua la Masa e Microclima a Venezia, Goyki3 Art Incubator a Sopot (PL).

Le mostre

Cantica21. Dante Alighieri and the Italian Artists
6 novembre 2021 – 20 febbraio 2022
IIC Shanghai
In partnership con il Pearl Art Museum, 1588 Wuzhong Lu, Minhang District, Shanghai, Cina

Cantica21. Dante Alighieri and the Italian Artists
13 aprile – 11 maggio 2022
IIC Parigi, 50 Rue de Varenne, 75007 Paris, Francia

Contributi